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La rilevazione delle presenze, evoluzione della timbratura del cartellino, è mutata nel corso degli anni di pari passo alla digitalizzazione dei processi lavorativi. Se prima era necessario essere presenti in azienda e timbrare il cartellino, adesso questo passaggio può essere sostituito da meccanismi più agevoli.
Ma da dove nasce l’utilizzo di questa dinamica lavorativa che ci portiamo ancora oggi seppur in chiave digital? Vediamo di scoprire di più sulla timbratura del cartellino.

Agli albori della timbratura del cartellino

La prima figura coinvolta nella costruzione di un apparecchio per la timbratura del cartellino è Willard Bundy, un noto gioielliere di New York. Bundy infatti idea un timbratore simile ad una macchina da scrivere collegata ad un orologio: la macchina batte l’orario sulla carta a nastro dal momento in cui gli impiegati inseriscono un codice.
Ecco che prende vita la prima macchina marca tempo! Un’idea davvero innovativa per l’epoca che ben presto viene commercializzata.
Nello stesso anno, Alexander Day costruisce un altro macchinario che segnala l’entrata e l’uscita dei dipendenti attraverso l’utilizzo di un braccio mobile da azionare manualmente. La timbratura del cartellino inizia a prendere forma.
Il terzo modello arriva alcuni mesi dopo: un sistema simile agli altri ma con più accortezze. Il macchinario, collegato ad un orologio, stampa su fogli di carta la presenza dei lavoratori.
La timbratura del cartellino si diffonde largamente nel mondo, passando dalle fabbriche, alle grandi aziende e agli uffici.

I limiti della timbratura con il cartellino

I cartellini cartacei sono stati lo standard per la rilevazione delle presenze per moltissimo tempo e tuttora continuano a circolare nelle aziende.
Ma proprio l’utilizzo della carta adoperata per la timbratura con il cartellino frena l’evoluzione della rilevazione delle presenze. Basare la gestione delle ore lavorative sulla carta è una scelta poco agevole e ormai antiquata.
Grazie alla digitalizzazione, invece, molte aziende stanno pian piano passando al paperless eliminando tutti gli svantaggi che si creano dall’uso della carta in ufficio, come:  

  • La perdita di tempo prezioso per la trascrizione delle ore lavorate sulle buste paghe.
  • La questione legata alla comprensione della calligrafia quando i fogli di carta vengono scritti a mano. 
  • La possibilità che la carta (o badge) vada danneggiata o addirittura persa rende questo sistema complesso e inefficiente.

La rilevazione delle presenze tramite app

La diffusione globale della digitalizzazione e delle connessioni Internet ha portato alla creazione di software smart per la rilevazione delle presenze. Il grande vantaggio di questo tipo di timbratura è proprio quello di registrare in tutta facilità gli accessi e le timbrature tramite smartphone. Come Doorkeeper, il software di rilevazione del personale completamente in cloud, veloce e utile per tutti i tipi di azienda.
La versatilità di un software del genere unisce la rilevazione delle presenze ad altri processi come: la gestione di ferie, permessi e turni e la geolocalizzazione delle timbrature per lo smart working.

Speriamo che questa breve storia del “timbrare il cartellino” sia stata interessante e che possa essere utile per valutare di rinnovare il sistema di timbratura nella tua azienda.

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